sabato 14 gennaio 2023

Vestirsi d'arancia si può: la scuola incontra Ohoskin, l'azienda siciliana della moda sostenibile

Tra gli obiettivi del progetto legato al bando concorsuale "Saper(e)Consumare" compare una voce che, specie di questi tempi incerti, riguarda molto da vicino la realtà di ciascuno di noi: l'economia circolare. Si tratta di un modello alternativo a quello di economia lineare, tuttora predominante. La circolarità allunga la vita dei prodotti, garantendo al contempo la riduzione dei rifiuti: è un modello di produzione e consumo fondato su condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali esistenti il più a lungo possibile.

In questi mesi le classi terze della Scuola Secondaria di I grado dell'Istituto Comprensivo "Sanremo Ponente" hanno studiato e analizzato, nello specifico, il tema delle pelli alternative per la produzione di capi d'abbigliamento e quant'altro. Hanno approfondito la questione andando a scoprire, anzitutto, le premesse e gli effetti di un modello economico circolare e poi, guidati dagli interventi esperti della professoressa Zanon, hanno riordinato le proprie conoscenze a riguardo e assemblato le curiosità da porre come quesiti durante l'incontro con gli esponenti di Ohoskin.

Ohoskin è una start up innovativa siciliana, co-fondata e amministrata dall'imprenditrice e inventrice catanese Adriana Santanocito, specializzata in Fashion Design e in nuovi materiali tessili e tecnologie per la moda sostenibile. La rivoluzione a cui mira questa impresa, sorta nel 2019, prende le redini dal suo desiderio di coniugare due passioni: l'amore per la propria terra, la Sicilia, e quello per la moda. Il denominatore comune, nonché la musa ispiratrice di un'idea geniale, è stato il frutto simbolo della regione: l'arancia. Come ha raccontato Alessandro Scuderi, il Business Developement Manager della start up, "Ohoskin è l’alternativa cruelty-free e sostenibile alla pelle di lusso. Creata con arance e cactus siciliani, genera processi di economia circolare per il bene degli animali, del pianeta e delle persone. I sottoprodotti di lavorazione industriale diventano risorse per creare un prodotto di lusso, la vita degli animali viene salvaguardata e il pianeta viene rispettato, grazie a un processo di produzione sostenibile per l’ambiente, a differenza dell’industria conciaria che per i processi di concia impiega processi inquinanti.".

La realtà di Ohoskin rappresenta, dunque, un esempio tangibile della possibilità di praticare l'economia circolare anche nel mondo della bellezza per eccellenza. Il suo nome "Ohoskin" è emblematico in tal senso, perché è l'acronimo di parole significative: orange-o, opuntia humifusa-ho e skin, che significa pelle. Essa offre quindi un prodotto legato a un nuovo concetto di lusso sostenibile, che privilegia il green e contribuisce alla salvaguardia degli animali e del pianeta. Riutilizzando gli scarti del settore agroalimentare e cosmetico delle arance e delle pale di ficodindia, è riuscita a ricavare il biopolimero che ha dato vita alla nuova "pelle non pelle", cioè un tessuto vegetale alternativo a quello animale. Dal 2021 ha cominciato a realizzare una produzione su scala industriale, mettendo in piedi una filiera made in Italy, dislocata fra la Sicilia e la Lombardia, volta a fornire il proprio materiale a brand del settore moda e arredamento; nel 2022, poi, ha avviato un processo di sviluppo, iniziando a testare e a collaborare con il settore dell'industria automobilistica.

Gli studenti e le studentesse hanno vissuto con entusiasmo e partecipazione attiva l'incontro con Ohoskin, tant'è vero che le domande al relatore si sono contraddistinte per numero abbondante e qualità, come sottolineato dallo stesso Scuderi. Di seguito un commento che sintetizza l'interesse della scolaresca verso quanto conosciuto: "L’incontro con l’azienda produttrice dello Ohoskin ci ha permesso di conoscere una realtà che speriamo diventi la normalità. Ci è stato testimoniato che è possibile realizzare idee futuristiche e che dalla fantasia di persone geniali possono derivare azioni che garantiscono la salvaguardia del nostro pianeta. Conoscere il lavoro di questa impresa può sensibilizzare un gran numero di persone su argomenti che tante volte non vengono visti come un problema: l’inquinamento, l’eccessivo sfruttamento e la mancanza di opportunità.".

Gli alunni hanno provato a divenire stilisti di moda sostenibile e, nel loro piccolo, a seguirne le orme, realizzando prodotti artistici con materiale riciclato. Eccone alcuni:




















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